C.O.P: The Recruit
Il Nuovo Concorrente di GTA?
Fra i free-roaming in commercio, la serie GTA è indubbiamente la più conosciuta e giocata anche se, negli ultimi tempi, altri “concorrenti” hanno provato a “buttar giù” dal trono il celebre titolo Rockstar, C.O.P: The Recruit è uno di questi; prodotto da V.D.dev e pubblicato da Ubisoft, promette un comparto tecnico di qualità e un nuovo tipo di giocabilità studiato appositamente per congiungersi all’utilizzo del d-pad. Inseguimenti, sparatorie, incursioni e tutto quant’altro un free-roaming poliziesco può proporvi, siete pronti ad agire in nome della legge?
Guardie o Ladri?
Il giocatore si mette nei panni di Dan Miles, un ragazzo estroverso e glamour, appassionato di motori, auto e gare clandestine. Fermato un giorno dal detective Winter nel corso di una gara, Dan vede la sua vita stravolgersi quando quest’ultimo gli propone di impiegare le sue doti di pilota per la giustizia; avendo il carcere come unica alternativa, Dan si vede costretto ad accettare la proposta del detective ed iniziare a collaborare con il CCD (Comando Cittadino Distrettuale). Comincia così la sua avventura nei panni di poliziotto, subito in salita a causa dell’incomprensibile arresto del suo mentore Brad Winter per mano di un potente boss…
Fate rispettare la legge!
La struttura generale dei free-roaming non è di certo una novità: le varie missioni conseguibili liberamente fanno avanzare la storyline, sbloccare nuove location arricchendo ancor di più le attività svolgibili; in secondo piano troviamo una moltitudine di missioni secondarie, spesso simili fra loro e che consistono, generalmente, in una sorta di minigames; in terza ed ultima fase c’è l’esplorazione libera del territorio, spesso ornato da segreti ed elementi nascosti. C.O.P. The Recruit segue perfettamente queste tre linee: in primis dovrete seguire le indagini per l’arresto del detective Winter, scovare i criminali che l’hanno incastrato; in secondo piano seguono le frequenti ma ripetitive chiamate del CCD, che vi invitano ad occuparvi di comuni reati avvenuti in luoghi vicini alla vostra posizione, ed infine incapperete in sfiziose escursioni per le strade di New York, come per esempio la possibilità di scattare suggestive fotografie immortalando monumenti o luoghi più suggestivi della metropoli americana. I comandi risultano semplici ed intuitivi: per spostarvi a piedi basta premere sulle frecce direzionali e ruotare la videocamera con i tasti dorsali, in auto tutto è limitato ai pulsanti A e B: il secondo per accelerare ed il primo per frenare, con l’implemento del pulsante Y per tirare il freno a mano ed eseguire sfiziose derapate. Spesso i giocatori che utilizzano il DS lamentano noiosi crampi ed affaticamenti alle mani a causa delle posizioni scomode ed innaturali da assumere nei momenti in cui si deve combinare l’utilizzo del d-pad a quello dei pulsanti... sotto questo aspetto C.O.P: The Recruit diviene parecchio fastidioso al momento in cui si entra in modalità sparatoria: automaticamente quando si impugna un’arma, la visuale del DS si sposta alle spalle di Dan ed appare il nostro mirino sullo schermo; per ruotare, alzare o abbassare il puntatore occorre utilizzare il touchscreen con il d-pad, mentre per muovervi e sparare è necessario pigiare i rispettivi tasti… una vera e propria tortura per le mani del giocatore! L’utilità dello schermo inferiore si limitata alle sparatorie, in tutte le altre fasi di gioco si trova il 3C: un ingegnoso aggeggio tuttofare consegnato alle forze di polizia che avrà come funzione principale quella di mostrare la mappa, ma che si rivelerà anche un utilissimo stradario che vi faciliterà la navigazione nella vasta New York.
Graficamente impeccabile
Il comparto tecnico di questo titolo è talmente elevato da meritarsi una ‘nota di merito’. Seppur i filmati di intermezzo siano realizzati con un design fumettistico (ormai tecnica comune presente nei giochi del DS), tutto il gioco presenta una solida grafica 3D che sfrutta pienamente le potenzialità della console portatile di casa Nintendo; inoltre i personaggi, le vetture e le ambientazioni (sia esterne che interne) sono rappresentate attraverso una vasta gamma di elementi, differenti e discretamente realizzati, che permettono di donare varietà grafica. Profondità di campo notevole ed effetti luce di rilievo contribuiscono ulteriormente a rendere il gioco più godibile agli occhi dei giocatori.
Mancanza di realismo
Una grave pecca di questo videogame è la quasi totale mancanza di realismo nelle fasi principali del gioco. In primo piano nella guida: i danni ai veicoli sono inesistenti e limitati ad una barra laterale indicante la resistenza degli stessi; la fisica e la dinamica degli incidenti è totalmente irreale e limitata ad una pesante decelerazione e la totale “immortalità” dei pedoni, sempre pronti a scansarsi appena prima di essere investiti e poi fuggire a squarciagola. Tutto ciò influisce pesantemente sulla credibilità del titolo, anche durante le sparatorie, in quanto è impossibile uccidere un qualunque civile anche colpendolo con interi caricatori, inoltre la mira non risulta influente perché sparare alla testa o ad un arto di un nemico comporterà lo stesso quantitativo danno.
Un discreto inizio
V.D.dev entra nel mondo dei free-roaming con un titolo nella media, ovvero in equilibrio fra pregi e difetti: da un lato l’eccellente grafica (per un gioco DS!) non mancherà di stupirvi, dall’altro, la totale mancanza di realismo ed i controlli mal curati limitano la qualità di questo prodotto. Un gioco che mirava a fare concorrenza a Grand Thaft Auto: Chinatown Wars, ma che per alcune magagne non ci riesce... tuttavia C.O.P: The Recruit può rivelarsi, per chi fosse contento di calarsi nei panni della giustizia, una valida alternativa. Per un prodotto ancor migliore e sistemato sotto alcuni punti di vista, aspettiamo un eventuale seguito!
